Esiste un trattamento di medicina estetica consigliato per curare due problematiche apparentemente diverse come le occhiaie e la cellulite. Ma anche la grana della pelle e i segni del tempo, le cicatrici e le insufficienze venose. Si chiama Carbossiterapia e ha una caratteristica particolare (come rivela il nome stesso): utilizza l’anidride carbonica (medicale a flussi e temperature controllate), che il medico estetico inietta al di sotto del derma con un piccolo ago. Come funziona? Te lo raccontiamo nel prossimo paragrafo.
Carbossiterapia: come funziona
La somministrazione dell’anidride carbonica nel tessuto sottocutaneo avviene mediante aghi molto sottili (monouso e sterili). Gli aghi sono collegati a un apparecchio che contiene anidride carbonica sterile, mentre un flussometro ne regola la fuoriuscita. La velocità con la quale l’anidride carbonica fuoriesce e la quantità sono stabilite dal medico. L’obiettivo è favorire un migliore nutrimento dei tessuti proprio grazie all’anidride carbonica che aumenta la vascolarizzazione e il drenaggio linfatico, migliorando la microcircolazione. Ecco perché questo trattamento viene scelto sia per la cura della cellulite sia per ridurre la presenza delle occhiaie. In entrambi i casi, infatti, si tratta di migliorare il microcircolo alterato.
La carbossiterapia è dolorosa?
In linea di massima, la carbossiterapia non è molto dolorosa. Possono, però, comparire dei piccoli lividi in corrispondenza di dove è stata iniettata l’anidride carbonica (e molto dipende anche da dove viene fatta). Come per molti altri trattamenti estetici, il medico può applicare un anestetico locale nelle aree da trattare. La durata di ogni seduta può variare dai 15 ai 30 minuti, in base al tipo di disturbo che va trattato. Una singola seduta, però, non è quasi mai sufficiente. Meglio optare per dei cicli con almeno un paio di sedute (fino a un massimo di 20). L’intervallo tra una seduta e l’altra non segue un protocollo rigido. Sarà sempre l’esperto a valutare le tempistiche migliori.
La carbossiterapia è un trattamento sicuro?
La risposta non può che essere positiva perché «il gas utilizzato non può embolizzare né essere tossico, è perché viene rapidamente eliminato per vie naturali», racconta sul suo blog la dottoressa Antonella Franceschelli, medico estetico titolare dello Studio Franceschelli a Roma, medico tutor negli ambulatori di medicina estetica dell’Ospedale Fatebenefratelli isola Tiberina e consulente Uniderm. Che precisa: «Questo trattamento può essere impiegato anche in ambito ginecologico, per la sua capacità di migliorare la funzionalità e il benessere delle parti intime femminili. Subito dopo aver eseguito una seduta di Carbossiterapia si possono riprendere tutte le attività quotidiane, senza alcun fastidio o impedimento».
Carbossiterapia: le controindicazioni
Ci sono dei casi nei quali la Carbossiterapia non può essere eseguita. Per esempio, se si è in gravidanza o se si soffre di anemia grave o in presenza di malattie internistiche severe. Per questo motivo, è importante prenotate una visita specialistica prima e valutare insieme a uno specialista se eseguire o meno il trattamento.